Siti censurati in Cina: che cos’è il Great Firewall e quali sono le limitazioni che impone?
Nella Cina comunista, la muraglia non è solo quella più famosa visitata da milioni di turisti e che, in ogni caso, serviva a proteggere dagli attacchi e dalle minacce esterne. Esiste un altro muro immaginario, chiamato Great Firewall, termine coniato ironicamente nel 1997 dalla rivista Wired per spiegare il progetto che sarebbe partito nel 1998: ossia monitorare, sorvegliare e vietare dati provenienti da nazioni esterne non graditi alle autorità cinesi.
Il Golden Shield Project è stato avviato nel 1998 ed è entrato in funzione nel 2003. Dal 2006 il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese (MPS) monitora e vieta particolari contenuti ritenuti scabrosi per l’armonia e la stabilità della società cinese. Sono vietati i siti che inneggiano alla democrazia, siti che divulgano argomenti ritenuti diffamatori per la Cina, per esempio le attività di repressione da parte della polizia oppure la protesta a piazza Tienanmen del 1989.
Ma queste sono solo alcune delle motivazioni attribuite dal MPS cinese per avere il controllo sui siti e censurare qualunque fonte che, a loro parere, potrebbe minare la stabilità del governo. Great Firewall è dunque un gioco di parole tra Grande Muraglia (Great Wall) e il ruolo del Firewall che ha la funzione di mettere in comunicazione più segmenti della rete web garantendo comunque una determinata protezione passiva. Il grande muro di fuoco continua a bruciare la libertà di espressione in Cina e i siti censurati o modificati che devono attenersi al regolamento cinese sono anche i grandi colossi come Google e Yahoo insieme a tanti altri.
Quali sono i siti censurati in Cina?
Il fuoco del Great Firewall continua dunque a colpire in maniera determinante la realtà dell’informazione e del Web in Cina, i siti censurati sono molti e vari: dai motori di ricerca alle app, dai social agli strumenti di lavoro. Non fanno eccezione i media d’informazione, soprattutto esteri e qualunque sito possa contenere divulgazione di notizie. La presenza di queste censure e regole ha portato alla conformazione di uno scenario digitale completamente diverso da quello occidentale.
I motori di ricerca censurati in Cina
I principali motori di ricerca come Google e Yahoo sono censurati o hanno dovuto rivedere la propria politica e adattarla alle esigenze della MPS. Anche Duck Duck Go è censurato e diverse versioni di Baidu sono costantemente sotto stretto controllo delle autorità cinesi.
I Social Network censurati in Cina
Il muro di fuoco della censura colpisce senza pietà anche i social network, presentando al pubblico alternative dei più famosi social utilizzati in tutto il mondo. In Cina non potrete usare Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Tumblr, Snapchat. Non fanno eccezione neanche siti meno conosciuti come Picasa, Blogspot, Blogger, Flickr, SoundCloud, Hootsuite. Sono vietate tutte le piattaforme WordPress e anche GooglePlus e Google Hangouts.
Le app censurate in Cina
Le app censurate in Cina sono tutte quelle che appartengono a Google Play e Line. Non sono gradite neanche KaKao Talk e Telegram, quest’ultima molto utilizzata anche in Italia.
La censura dei Media in Cina
La situazione non è differente per le testate giornalistiche e le pagine o strumenti di divulgazione: sono costantemente monitorate e sotto attacco del Grande Muro di Fuoco. Non sono gradite al governo cinese testate di risonanza mondiale come The New York Times, Financial Times, The Wall Street Journal, The Economist Bloomberg, Reuters, Le Monde e L’Equipe.
Inoltre non sono disponibili neanche piattaforme video quali Netflix, Youtube, Vimeo, tutte censurate dal regime. Sotto il grande Muro di fuoco passano anche Google News e Daily Motion. Persino molte pagine di Wikipedia sono censurate e non poteva essere altrimenti per Wikileaks, che con il suo giornalismo d’inchiesta potrebbe seriamente costituire un pericolo destabilizzante per il governo cinese.
Strumenti di lavoro in rete censurati in Cina
Con la censura ferrea di Google, il governo cinese non esita ad oscurare tutto il pacchetto che include gli strumenti di lavoro come Google Drive, Google Docs, Gmail, Google Calendar ecc. Altri strumenti di lavoro come Dropbox, ShutterStock, iStockPhotos, WayBackMachine, Scribd, Xing e Android sono oscurati.
Quali sono i motivi della censura in Cina?
I motivi che inducono il Governo cinese ad alzare questo Grande Muro di Fuoco sono vari, ma la questione principale è che attraverso gli strumenti elencati, gli utenti possono fruire liberamente di informazioni, pareri e materiale esterno ostile alla linea guida di Pechino che rischia di mettere a repentaglio la “visione armonica della società cinese” imposta tramite la censura dal Governo attraverso il Great Firewall.
L’ultima beffa per quanto riguarda i sistemi di comunicazione in rete si è avuta in estate, quando anche WhatsApp ha riscontrato problemi di connessione. L’unico modo per oltrepassare i confini del Grande Muro di Fuoco sono i sistemi VPN, anche se il governo ginese è sempre molto attento a preservare l’armonia artificiale che sta creando, onde evitare che i cittadini riescano ad informarsi in maniera oggettiva su quanto accade all’interno del Paese.
Cosa si può fare per oltrepassare il Great Firewall e utilizzare i siti censurati in Cina?
Esiste un modo, una sorta di tuta ignifuga, per attraversare il Grande Muro di fuoco e utilizzare i siti censurati in Cina. Si chiama VPN e significa Rete Virtuale Privata (Virtual Private Network). Attraverso questo sistema è possibile far apparire il proprio indirizzo IP come connesso dal Giappone o dalla Francia, anche se si è connessi dalla Cina.
L’unica accortezza che bisogna avere è quella di scegliere una VPN che non abbia sede legale in Cina. Il Grande Muro di Fuoco continua a monitorare i siti e ad impedire a chi si trova nel territorio cinese di avere accesso alla libera informazione, inoltre è in costante aggiornamento su tutti i sistemi che riescono ad eluderlo.