In poche parole, con “Cross-Border E-commcerce (CBEC) si fa riferimento al commercio online tra un’impresa (dettagliante o marchio) e un consumatore (B2C), o tra due imprese, spesso marchi o grossisti (B2B), o tra due privati (C2C), ad esempio attraverso marketplace come Amazon o eBay per il mercato occidentale, Taobao o Daigou (per citarne alcune) per il mercato cinese”.
Nell’ultimo aggiornamento di aprile sul Cross-Border E-Commerce cinese, si evincono alcuni cambiamenti riguardanti: l’aumento dell’importo di transazioni transfrontarliere e delle città cinesi dove è possibile giovare di questa nuova legge, e restrizioni al controllo per limitare la rivendita illegale di prodotti.
Nello specifico, i tre punti del CBEC riguardano:
- L’importo di una singola transazione è aumentato da 2.000 RMB a 5.000 RMB; mentre l’importo annuale di acquisti è aumentato da 20.000 RMB a 26.000 RMB. In altre parole, queste riforme apriranno le porte cinesi ad una serie di prodotti di alta gamma, nei settori della moda, degli alcolici e della cosmesi
- Le città cinesi autirizzate per questo “sconto” fiscale trasnfrontaliero sono passate da 15 a 37 (Beijing, Tianjin, Shanghai, Tangshan, Hohhot, Shenyang, Dalian, Changchun, Harbin, Nanjing, Suzhou, Wuxi, Hangzhou, Ningbo, Yiwu, Hefei, Fuzhou, Xiamen, Nanchang, Qingdao, Weihai, Zhengzhou, Wuhan, Changsha, Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai, Dongguan, Nanning, Haikou, Chongqing, Chengdu, Guiyang, Kunming, Xi’an, Lanzhou, Pingtan). Questo punto, va a supportare la nuova manovra politica cinese volta ad incentivare da una parte l’import, e dall’altra a stimolare il consumo interno.
- Il terzo punto, invece, aumenta i controlli sulle piattaforme online e prende nel mirino Daigou, piattaforma e-commerce cinese dove è possibile acquistare prodotti a tasso zero. Con il costante aumento nell’utilizzo di queste piattaforme, in Cina esistono sempre più mercati paralleri di rivendita di prodotti precedentemente comprati online. Questo aggiornamento di legge limita proprio il proliferarsi di tali mercati.
Chi gestisce le conversioni di valuta nei processi di cross-border e-commerce in Cina?
Uno dei protagonisti è Alipay!!
Brevemente qui vengono riportati i passaggi:
- Gli utenti cinesi pagano in RMB;
- Alibaba, per Alipay, gestisce le conversione di valuta trattenendo, in genere, il 2.5%;
- Il pagamento viene poi inviato ad un account estero;
- Una volta raggiunto il pagamento partirà il trasfer al commerciante
Quali sono le maggiori differenze tra e-commerce cinesi e quelli occidentali?
Possiamo riassumere le differenze in tre diverse parole:
- privacy
- gold user experience
- big data
Questi tre fattori sono tra di loro correlati. Tutto prende inizio dal fatto che in Cina non esiste privacy: tutto ciò che è online è di uso pubblico.
Grazie a ciò, le piattaforme die-commerce cinesi possono dare al cliente tutto ciò che ricerca.
Inoltre, la user experience su e-commerce cinesi, è una “Golden user experience“. Una volta che si approda su di una delle tante pagine di e-commerce cinesi (Xiaohongshu, Pinduoduo, Tmall, Taobao…etc) sarà difficile uscirne al terzo click!
Le piattaforme di e-commerce cinesi non sono solo piattaforme di compra-vendita online, ma anche vere proprie piattaforme social, un pò come Instagram o Pintarest.
I consumatori cinesi cercano esperienze di shopping personalizzate, e sono sempre più meticolosi nella ricerca di brand e prodotti, lasciando la pagina web sempre esustivi delle risposte trovate.
Il futuro del CBEC è nelle mani cinesi…
Basti pensare che entro il 2020, il CBEC cinese sorpasserà i 200 milioni di consumatori online e solo nel 2018, i brand transfrontalieri su Tmall sono aumentati del 122%, di cui 80% ha oltrepassato per la prima volta i confini cinesi.
Basti pensare che entro il 2020, il CBEC cinese sorpasserà i 200 milioni di consumatori online e solo nel 2018, i brand transfrontalieri su Tmall sono aumentati del 122%, di cui 80% ha oltrepassato per la prima volta i confini cinesi.
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