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Perché le app cinesi da copy-cat sono passate 4-5 anni in vantaggio rispetto a quelle occidentali?

 

L’incredibile crescita della Cina nello sviluppo delle applicazioni

L’opinione occidentale verso il mondo economico e tecnologico asiatico è stata spesso influenzata da un fattore negativo ovvero la duplicazione dei prodotti brevettati in America o nell’Unione Europea a discapito delle aziende di questi paesi. Ciò succede anche per le app cinesi, i software che vengono quotidianamente scaricati sul proprio smartphone o tablet e che se un tempo venivano associate a delle copy-cat, ora appaiono perfino più moderne e avanzate di quelle prodotte in Occidente.

Cercando di capire quando si sia verificato questo cambiamento probabilmente non si riuscirà a trovare una risposta univoca o collocata nel tempo, piuttosto si tratta di un’evoluzione costante iniziata già nei primi anni 2000 e che ha portato lentamente la Cina ad essere un punto di riferimento per il mondo della tecnologia mobile.

Il successo di questo sviluppo trova fondamento in diversi fattori quali la presenza di un grande commercio di smartphone progettati e realizzati in Asia, l’affermazione di un mercato stabile e preferito rispetto ad altri, la qualità stessa dei programmatori che vengono assunti anche da aziende occidentali e, soprattutto, la capacità di individuare i bisogni e le novità giuste per consumatore europeo o americano.

Perché le app cinesi da copy-cat sono passate 4-5 anni in vantaggio rispetto a quelle occidentali? | EGGsist Società di consulenza per l'internazionalizzazione in Cina

Il fenomeno dello shanzhai

La fama della Cina come una nazione da cui provengono prodotti contraffatti ha influenzato anche le app cinesi che, di fatto, in un primo momento potevano essere considerate una versione asiatica del modello occidentale. La tecnica di copiatura ha assunto perfino una terminologia specifica ovvero shanzhai, per indicare tutte quelle attività svolte dalle compagnie cinesi nel duplicare apportando qualche minima modifica all’oggetto realizzato all’estero.

Nel mondo della tecnologia e di internet, questo sistema ha assunto potenzialità decisamente meno limitate anche perché la politica del copyright in Cina non gode di particolari protezioni, soprattutto nella protezione dei brevetti e della proprietà intellettuale di programmatori e sviluppatori esteri con la conseguenza che il lavoro svolto da altre persone diventa fonte di profitto per l’informatico cinese.

Se in alcuni casi si può parlare di contraffazione, in altri invece la duplicazione non è così pedissequa bensì si tratta di creare nuove applicazioni con caratteristiche simili a quelle occidentali ma abbastanza diverse da distinguersi da loro. Questa specie di vedo-non-vedo realizzato nei software cinesi ha permesso alla tecnologia asiatica di raggiungere cifre da capogiro immettendo nel mercato delle applicazioni capaci di concorrere e anche di superare i modelli occidentali da cui traevano ispirazione.

Ciò è capitato con il colosso americano e-Bay che è stato uno spunto per la creazione di Alibabà, una piattaforma e-commerce di vendite che mescola anche delle funzionalità tipiche di Amazon.

 

Il protezionismo cinese e lo sviluppo dello shanzhai

Sebbene lo shanzhai sia un fenomeno a cui il governo cinese non è riuscito, o non ha voluto, ad imporre un blocco o, quantomeno, delle misure di contenimento, è anche vero che lentamente ha realizzato effetti positivi sul mercato tecnologico della Cina.

Nonostante la difficoltà determinata da un alto livello di protezionismo di questo paese e alla necessità di operare con il sistema del copy-cat, nel tempo è andato ad instaurarsi una stratificazione economica solida e concreta che ha permesso lo sviluppo di molte app cinesi di ottima qualità disponibili pressoché su ogni smartphone del mondo. Da delle attività di copiatura, il programmatore cinese è riuscito a creare una sfera economica entro cui ha potuto sviluppare il suo prodotto attraverso la conoscenza delle caratteristiche richieste dai consumatori occidentali nei software presenti sui loro cellulari e, dunque, immetterlo nel mercato con notevole successo.

Molte aziende in Occidente ritengono che questa facilitazione data dalla noncuranza dello stato asiatico a controllare lo shanzhai sia stata iniqua e decisamente poco concorrenziale dal momento che i loro prodotti sono alla base della tecnologia cinese.

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La diffusione degli smartphone in Cina: dalle app cinesi copy-cat a quelle originali

Una grande considerazione in merito alle app cinesi va fatta sul mercato che esse hanno a livello mondiale. Se inizialmente si trattava di una produzione pensata per l’acquirente occidentale, negli ultimi anni la direzione si è spostata verso quello asiatico.

In Cina si stima che ci siano in circolazione oltre 700 milioni di smartphone, un numero in continuo aumento che giustifica la creazione e la programmazione di app sempre più sofisticate per la soddisfazione del consumatore cinese, in primis, e poi estero.

Tale situazione ha portato alla necessità di sviluppare nuovi programmi che potessero competere con i grandi marchi già affermati i quali, spesso, assumono informatici e programmatori cinesi investendo nel continente asiatico in industrie e società ad elevata tecnologia.

Non a caso quindi al giorno d’oggi è facile trovare applicazioni, programmi e brand produttori di cellulari simili a quelli americani ed europei ma di stampo asiatico. Un esempio è il corrispettivo cinese dell’azienda di Cupertino, la Apple, ovvero Xiaomi.

La strategia delle app cinesi: i bisogni del consumatore occidentale

Per giungere ad una ampia diffusione e commercializzazione, i programmatori cinesi hanno dovuto improntare il loro lavoro sulle app cinesi secondo una direzione precisa ovvero i bisogni del consumatore occidentale.

Per poter esportare il loro prodotto e far si che in tutto il mondo venisse preferito rispetto ai concorrenti, gli sviluppatori hanno inserito nei loro programmi tutte le innovazioni necessarie a creare delle piattaforme interessanti e che suscitassero la curiosità dell’acquirente americano o europeo.

La strategia è quindi chiara: uno studio approfondito e costante delle esigenze dell’utente finale con l’immissione di aggiornamenti, modifiche o novità che possano mantenere sempre alto l’interesse in un’ottica di semplicità e di comodità.

Per questa ragione a monte c’è un grande investimento coniugato con l’efficiente operosità degli informatici cinesi capaci di cogliere sempre più in anticipo le innovazioni da apportare al loro prodotto per mantenerlo competitivo e concorrenziale.

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L’esempio di WeChat: una piattaforma da quasi un miliardo di utenti

Nata nel 2011, WeChat è un’applicazione di messaggistica istantanea cinese creata per far comunicare gli utenti tra di loro attraverso una semplice connessione internet con i propri smartphone. Si tratta di una piattaforma simile ad altre occidentali come WhatsApp ma rispecchia attualmente fa parte anche della categoria dei social media cinesi perché le sue funzioni sono state implementate.

Anche in questo caso i numeri che ruotano attorno a questa programmazione asiatica sono vertiginosi: si tratta infatti di un’applicazione cinese utilizzata mensilmente da oltre 850 milioni di utenti, cifra che sembra destinata a crescere progressivamente grazie alle potenzialità di questo software.

Il grande passaggio che è stato però realizzato all’interno di questa emblematica app cinese è la semplificazione per il consumatore che può, attraverso le funzioni disponibili, effettuare pagamenti, ordinare cibi a domicilio, prenotare un taxi o addirittura una visita dal proprio medico.

È chiaro quindi che la tecnologia cinese nella realizzazione delle applicazioni sta velocemente superando quella occidentale e il merito di questo sviluppo è da ricercarsi in un’ottima politica di marketing, nella capacità degli sviluppatori, nelle ricerche di mercato e, indubbiamente, nell’abilità di passare da prodotti copy-cat a prodotti originali che traggono ispirazione dall’eccellenza di app occidentali.

 

 

Perché le app cinesi da copy-cat sono passate 4-5 anni in vantaggio rispetto a quelle occidentali?
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