Il canale digitale sta diventando la chiave di accesso per i mercati internazionali, tuttavia l’Italia non riesce ancora a sfruttare al meglio le opportunità che il digitale ha sui mercati esteri.
In quest’ultimi giorni, a Milano, si sono tenuti diversi incontri che hanno trattato di New retail e Digital Export e noi di EGGsist abbiamo partecipato per darvi una fotografia della situazione italiana sul digitale.
Gli eventi in questione sono stati:
- 2 luglio Kick Off Osservatorio Export Digitale del Politecnico di Milano;
- 5 luglio Belt&road Initiative 2: l’italia e nuove via della Seta, presso la Borsa Italiana;
- 8 luglio evento del Netcomm Fashion&Lifestyle presso Palazzo Mezzanotte;
- 8 luglio “Espandi il tuo business B2B con Alibaba“, workshop organizzato da Promos con Unicredit, nel progetto Digit Export.
Fotografia DigITalia
Fonte foto: Viaggio foto creata da freepik – it.freepik.com
Da una rielaborazione dei dati, si evince che l’Italia non riesce ancora a sfruttare pienamente le opportunità che l’e-Commerce offre a livello globale e punta ancora su mercati maturi e saturi!
“Secondo gli ultimi dati, l’export italiano B2C attraverso canali digitali, (+ 12% rispetto al 2017), raggiungendo 10,3 miliardi di euro; ossia il 7% delle esportazioni totali dei beni di consumo.
Il settore del fashion resta il principale protagonista del B2c italiano, seguito dal food, arredamento e cosmesi. Per l’export digitale B2B, invece, si è parlato di somme vicine ai 132 miliardi di euro (+1,5%), e i settori che hanno trainato questa crescita sono stati quello automobilistico, del tessile, dell’abbigliamento e della meccanica.
Digit Export Osservatorio Politecnico workshop luglio 2019
Ma quante aziende italiane sono effettivamente operative sul digitale?
In Italia ci sono solo 30mila aziende online, a fronte di 1 milione di quelle europee!
Inoltre, da uno studio portato a termine dall’Osservatorio del Politecnico, viene fuori che su 100 PMI italiane intervistate, l’80% di queste utilizza canali digitali per esportare; ma più della metà, il 56%, sostiene che l’export abilitato dall’eCommerce produce in realtà quote minine per il fatturato realizzato all’estero.
Non stanno forse puntanto sui giusti mercati, e/o non stanno utilizzando i canali adatti per puntare verso quel mercato estero?
La risposta la si ritrova sempre nei numeri: il 43% delle PMI italiane esporta verso mercati che sono già maturi e saturi: l’Europa ed l’USA!
Invece, i Paesi in cui siamo meno presenti sono quelli che crescono a ritmi più accellerati, ovvero la Cina!
Perchè puntare sul mercato cinese?
In Cina, l’e-Commerce B2C ha raggiungo valori di 1000 miliardi di euro nel 2018, registrando una crescita del +20%, rispetto ai 620 e 600 miliardi di USA e Europa (+ 12% di crescita).
Inoltre il numero dei mobile shopper cinesi nel 2018 è aumentato del 12% arrivando a cira 650 milioni, che rappresenta il 45% della popolazione cinese.
Statista 2018
Se si prende in considerazione invece il segemento del cross-border e-Commerce (CBEC), ossia gli acquisti da imprese non localizzate in Cina ma che vendono online, si parla di numeri che superano i 1000 miliardi di euro.
I principali attori del CBEC sono Tmall (cross border B2C), JD.com, Kaola.com(salute e benessere), Xiahongshu (social commerce), Mia.com (baby care and beauty), etc.
Inoltre, un esempio di marketplace B2B è Alibaba.com,piattaforma di e-commerce, in lingua inglese, nata proprio per agevolare le aziende italiane ed estere, ad interagire con oltre 200 paesi e la Cina.
L’ultimo modello analizzato, è nato dall’uso pervasivo del mobile: i nuovi sistemi di pagamento , Alipay e WeChat, integrati nelle APP cinesi.
Questa tendenza, dell’integrazione dell’online con l’offline in un’unica piattaforma digitale, rappresenta il futuro del retail. Difatti, secondo l’ultimo report di Inside Retail 2018, l’integrazione di sistemi di pagamento a piattaforme digitali genererà transazioni di oltre 260 miliardi di euro entro il 2022.
Qual è la giusta strategia per esportare in Cina?
Non è possibile delineare un’unica strategia, in quanto bisogna prendere in considerazioni diversi fattori: la notorietà del brand, i diversi canali su cui si vuole comunicare, la strategia di business del brand stresso, il budget da voler investire, le attività di marketing, e così via.
Cerchiamo di avere una quadro generale delle strategie di digital export verso il mercato cinese, prendendo in considerazione:
- 2 diversi modelli di vendita, il General Trade e il CBEC (Cross Border e-Commerce);
- alcuni canali e piattaforme cinesi;
- i loro costi derivati, sia fissi (legati alle fee di entrata nella piattaforma, dazi e tasse, etc), che variabili (legati a varie attività di marketing e digital campaign).
Tuttavia, così come delineato in precedenza, l’utilizzo sempre più pervasivo del mobile, nel daily life del consumatore cinese, ha fatto sì che Alipay, nato come sistema di pagamento, sia ad oggi un’ottima soluzione per fare campagne drive to store e comunicare direttamente con il consumatore cinese in arrivo proprio verso la tua città.
Concludendo, le imprese italiane stanno pian piano puntando sul digitale, ma solo poche stanno adottando le giuste strategie di business e di marketing verso il mercato di riferimento.
Il mercato cinese è certamente un caso peculiare, e come dimostrano i numeri, è il mercato su cui puntare ora!
I nuovi consumatori cinesi, i Millennials, sono pronti a viaggiare e toccare con mano i prodotti che avevano preventivamente selezionato online.
Se quindi si va sempre più accentuando il flusso outbound dei FIT (free indipendent tourist) cinesi verso i mercari europei (più selettivi nella scelta, attenti alla qualità e all’autenticità dei prodotti); allora non risulta così difficile comprendere come anche il mercato del retail vada nella stessa direzione: integrazione dell’online con l’offline (020).
Uno dei veicolatori e promotori del new retail, è Alipay! Con un minimo investimento iniziale, è possibile attirare l’attenzione dei nuovi turisti cinesi e trasformarli nei tuoi futuri clienti.
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