Il nostro little mouse 鼠 è atterrato nel 2020 e dal 25 gennaio celebra il suo inizio dell’anno in Cina. Che cosa porterà l’anno del topo e quali saranno le novità del 2020?
Guarda il viaggio del nostro topolino nella video series di EGGsist:
Il nostro “鼠” celebra il suo anno!
Tra i 12 segni zodiacali cinesi, il topo, è arrivato per primo e questo è l’anno del “rinnovamento cinese”.
I segni zodiacali cinesi sono legati alla tradizione e mitologia cinese. Ogni anno è accompagnato da un animale; ci sono animali domestici, come il bue, il cavallo, la capra, il gallo, il maiale e il cane; ed animali simbolici, come appunto il topo, la tigre, il coniglio, il drago e la scimmia.
Secondo la tradizione cinese, gli animali si susseguono alternandosi nel calendario, in base ad principio dello Yin & Yang, legato alla concezione del tempo e quindi della giornata, che in antichità era suddivisa in 12 parti. Tutto si rifà al numero 12. Vediamo il perché?
Il tempo era principalmente calcolato in questo modo:
1 “ji” equivale a 12 anni;
1 anno = 12 mesi;
1 giorno è diviso in 12 periodi di tempo chiamati appunto “shi chen”
ogni anno ha 12 lune piene.
Secondo la tradizione, proveniente dalla dinastia Han, l’origine della disposizione degli animali è quindi associata all’astrologia.
Ogni segno animale è quindi solitamente correlato: a un ramo terrestre; ad una direzione specifica ed ad uno dei 5 elementi (acqua, legno, fuoco, terra, metallo).
Per esempio, il topo è associato alla direzione “bei fang”, e quindi al nord; è correlato al segno dell’acqua, è posizionato all’ora “zi”, che corrisponde alla fascia oraria dalle 23 all’ 1 am, ed è associato allo Yin.
Inoltre, ogni segno scandisce non solo il tempo ma condiziona anche il carattere delle persone nate sotto tale segno.
Quali saranno le novità nel rapporto Italia-Cina nel 2020?
Il 2020 è un anno importante per il mercato italiano poiché segna il legame culturale e turistico con la Cina!
Il 2020 è l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina!
L’Italia e la Cina, oltre ad essere storicamente “legate” dalla Via della Seta, si assomigliano in molti aspetti: l’Italia rappresenta l’Occidente e la Cina l’Oriente; entrambe hanno la vocazione per il bello, la tradizione, la cultura ed entrambe puntano molto sul turismo!
Prendendo in esame proprio quest’ultimo punto, nel 2018 sono stati circa 3 milioni i turisti cinesi che hanno deciso di viaggiare in Italia, rappresentando sia i turisti di passaggio che coloro che erano in viaggio tra le diverse capitali europee. Nel 2019, invece, secondo i dati stimati da Istat ed Enit, vi è stato una aumento di turisti cinesi, in numero di arrivi aeroportuali, di circa il 16%, con soggiorni che andavano dalle 9 alle 13 notti, per una media 2 e/o 3 persone.
Per il 2020, invece le stime sono ancora più incoraggianti, e grazie anche al potenziamento delle tratta aeree tra i due Paesi (da 58 frequenze settimanali a 108 con decorrenza immediata), l’Italia si è posizionata come prima meta preferita dai turisti cinesi, seguita da Francia, Germania e Spagna.
Il 2020 è l’anno dei pagamenti digitali e dell’ O2O!
Il turismo outbound cinese sta contribuendo allo sviluppo dei pagamenti digitali!
Nel 2019, se l’uso di mobile payment cinesi a livello globale è rimasto pressoché stabile, il numero di transazioni effettuate tramite mobile ha visto un aumento di 3.4 su 10 pagamenti, rispetto al 2018 dove il rapporto è stato di 3.2/10.
La possibilità di pagare tramite mobile payment,durante la permanenza all’estero, è diventato un fattore determinante nella scelta dello shopping!
Secondo l’ultimo report di Nielsen utilizzare pagamenti digitali rientra tra i fattori determinanti per la scelta della destinazione turistica (29%). A seguire vi sono le icone turistiche (43%), la sicurezza (37%), la reperibilità del posto (31%), e la considerazione della destinazione come accogliente (28%).
Dove posso fare shopping?
Invece, nella scelta della destinazione di shopping all’estero, il pagamento digitale rappresenta un fattore determinante (31%); seguito dalla qualità del prodotto (36%) e dal prezzo (36%).
Se si pensa che, una volta implementato un sistema di pagamento cinese in-store, il proprio brand avrà una propria visibilità sulla App, non solo offline ma anche online, si può realmente comprendere il potenziale di tali piattaforme!
Infatti, l’ecosistema di mobile payment cinesi ingloba al suo interno anche attività di marketing, che permettono di fare campagne, coupon e scontistiche dedicate proprio all’audience cinese.
Secondo un’intervista effettuata ai merchat UK, e riportata nell’ultimo report di Nielsen, il 70% degli intervistati ha dichiarato di aver implementato Alipay come sistema di mobile payment cinese e l’82% ha riscontrato una crescita sia in volumi di vendite verso i consumatori cinesi, sia di visibilità online del proprio brand!
E per il capodanno cinese? Che cosa hanno fatto i brand del lusso per attirare l’attenzione del consumatore cinese?
Le parole chiave sono state: interazione “digitale”, promozioni e coupon.F Vediamolo assieme…
Interazioni “digitali” e il nuovo “effect” del Capodanno cinese
Non si perde, infatti, l’occasione di festeggiare e stupire la clientela cinese con campagne sempre più sofisticate e di grande impatto. Molti hanno scelto di lanciare una capsule collection in onore del topolino, proponendolo in una veste più glamour ed elegante; altri hanno puntato sui canali digitali, facendo del “online gaming” il protagonista indiscusso.
Un esempio fra tutti, Alipay e la sua 五福 (wu fu – cinque fortune) campaign.
La piattaforma di mobile payment del gruppo Alibaba, si è concentrata sull’interazione con l’utente finale, invogliando ad utilizzare l’APP con giochi e regali virtuali: le ormai note “hongbao” digitali.
L’utente ha di fatto la possibilità di interagire con la piattaforma attraverso esperienze all’insegna della personalizzazione, come in questo esempio che vedete di seguito:
La campagna porta questo titolo 定制你的专属红包 (dingzhi ni de zhuanshu hongbao personalizza la tua hongbao): il consumatore cinese ha la possibilità di creare una versione del tutto tailor-made della propria famiglia; una volta “composti” i vari membri potrà inviare loro le hongbao 红包!
Le 红包 (buste rosse) digitali, l‘interazione con l’utente dall’online all’offline e viceversa, e i rimandi alla cultura e tradizione cinese, sono stati i protagonisti indiscussi di queste campagne Alipay per il capodanno cinese!
Lo staff di EGGsist ha partecipato in questa settimana a due
degli eventi più importanti per il turismo e il Fintech: lo Shopping Tourism Forum di
Milano e il Fintech
Connect di Londra.
Due città differenti, due HQ per EGGsist, e due tematiche diverse, ma tutte riportano sempre alla stessa parola: Cina!
Il mercato cinese non è
solo Shopping ma anche Fintech!
Il mercato cinese detiene il primato per numero di turisti in arrivo, per potere d’acquisto, e per essere il primo mercato Fintech al mondo.
Scopriamo in questo articolo le news nel settore dello Shopping e Fintech, e vediamo assieme come i retailer del MadeIn potranno cavalcare l’onda per attirare l’attenzione del Chinese Digital Consumer.
LO SHOPPING TOURISM FORUM: Milano e Cina le 2 protagoniste!
Il 3 dicembre si è concluso presso il Palazzo Castiglioni, il forum italiano tutto incentrato sullo Shopping Tourism.
L’evento è stato un’opportunità per i principali esponenti del turismo, delle prime città italiane, outlet, esponenti di aziende Fintech e comunicazione, per parlare di una delle tematiche che accomuna tutti i settori: lo Shopping.
Dal forum si è evinto che lo shopping oltre a creare nuove destinazioni turistiche, quali gli outlet, e a rappresentare una fetta importante per l’economia italiana, è una delle prime motivazioni che porta i turisti stranieri a visitare il nostro BelPaese.
Quali sono i prossimi trend del turismo?
In questo articolo daremo una overview generale dei diversi settori e mercati interessati allo Shopping tourism.
Ad aprire il forum è stato Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio, che ha ritenuto lo shopping tourism un’ottima opportunità per “rigenerare il passato” e le piccole attività del MadeIn; seguito da Magda Antonioli, del Consiglio di Amministrazione ENIT e Vice Presidente ETC, che in pochi minuti è riuscita a dare un quadro generale riguardante la spesa internazionale extra UE in Italia.
Secondo i dati esposti dalla Dott.ssa Antonioli, nel primo quadrimestre del 2019 la spesa internazionale extra UE per lo shopping, si aggira ad un +7% rispetto all’anno precedente, per uno scontrino medio di 797 euro.
Lo Shopping Fashion rappresenta il primo settore ad attirare i turisti stranieri verso l’Italia, e nel Q1 si è stimata una crescita del +50%, attestando rispettivamente Cina (28%), Russia (13%) e USA (9%) come i primi mercati internazionali.
Tra le città italiane, invece, che nel Q1 hanno registrato
un aumento del +50%, per arrivo dei turisti internazionali, ci sono Milano (+36%)
e Roma (+18%).
Inoltre, paragonando i numeri di incremento di spesa per lo shopping, con i numeri di permanenza e presenza degli stranieri nei nostri alberghi o strutture ricettive, si può notare come da quest’ultimo dipendano anche gli altri, sia per volumi che per incrementi nella vendita.
Lo shopping va quindi visto come un vero e proprio luxury product, che aumenta il suo valore nel tempo e di pari passo fa crescere anche, in termini di incoming e vendita, tutti i settori ad esso correlati: da istituzioni turistiche, attrazioni turistiche, retailer, shops, ristoranti, e così via.
Tra gli speaker, Francesco de Cesare – Presidente di Risposte Turismo – ha dato un piccolo assaggio di quello che è il report stilato per quest’anno dall’associazione stessa.
Secondo quanto esposto, i turisti cinesi risultano essere
sempre tra i primi ad attraversare i nostri confini, e Milano, entra a far
parte della classifica mondiale – al sedicesimo posto – per incidenza dello shopping
sul totale delle spese effettuate dai turisti stranieri (fonte Mastercard 2019).
Sono saliti sul palco anche Tomaso de Abbondi, Head of Marketing SEA Milano; Anothony La Salandra, Direttore di Risposte Turismo; Umberto Griggi, Segretario Generale di Montenapoleone District – un esempio lampante di associazione di categoria lusso in Italia, attenta ai turisti stranieri e pronta ad offrire a loro la nostra vera essenza dell’Italian lifestyle.
Tra gli speaker si sono distinti anche Matteo Migani, General Manager di Serravalle; Paola Pacchiana, Country Manager Italy di Europass, che ci ha raccontato quali sono i sistemi di pagamento in Cina e come fare per attirare l’attenzione dei turisti cinesi, e molti altri ancora.
Qual è il futuro dello
Shopping Tourism?
Lo Shopping Tourism ha un futuro che si chiama Travel
Retail!
Che cosa significa travel retail per il mercato cinese?
Significa essere O2O (presenti online e offline contemporaneamente); il travel retail è una delle prime motivazioni di viaggio per la maggior parte dei turisti cinesi, ed è dove stanno puntando molte imprese europee interessate la mercato cinese.
Va oltre il puro RETAIL!
Il settore sta andando oltre il concetto di puro retail, e secondo gli esperti, stiamo assistendo ad uno sviluppo mix di operatori che uniscono più funzioni, dalla ristorazione, all’intrattenimento in store, dal fintess, ad attività di intrattenimento pre-viaggio, alla realtà aumentata e così via.
Se in Europa questo andamento risulta essere nuovo, in Cina esiste già da anni e utilizza determinate piattaforme per supportarlo, una di queste è Alipay! Ma di questo ne parleremo più avanti nella sezione Fintech.
Per quanto riguarda, invece, i luoghi di acquisto del travel retail, hanno realizzato una maggiore performance gli aeroporti, con una spesa sostenuta al loro interno pari a 41.8 miliardi di dollari nel 2018 (+9.3% risp. 2017), seguiti dai duty free cittadini, negozi alle frontiere, porti crocieristici e sulle navi da crociera stesse.
Se ti dico shopping, pensi
a Milano!
Secondo gli ultimi dati di Risposte Turismo 2019, Milano rientra nella classifica delle città più citate dai rispondenti dell’associare shopping tourism a destinazioni.
I dati statistici dimostrano che nel 2018 sono stati oltre 5,6 milioni il numero di arrivo a Milano e oltre 12 milioni le presenze in città.
Milano offre molte aree dedicate allo shopping, è conosciuta di certo per la Milan Fashion Week, è la città dove si parlano più lingue straniere nei settori di incoming (al primo posto l’inglese, seguito dallo spagnolo, francese, russo e cinese), ma è anche la città degli accessori, dell’abbigliamento e del design.
Di fatti secondo gli ultimi dati, i settori che più hanno giovato del flusso turistico e dello shopping in generale, sono stati quello dei gioielli, accessori, dell’abbigliamento e del design.
Inoltre, per concludere così come abbiamo iniziato il nostro articolo, tra le principali nazionalità, in termini di affluenza di turisti stranieri a Milano, al primo posto c’è sempre il mercato cinese, seguito da Russia, Paesi arabi, Francia, Germania, Giappone, USA, Brasile, ed altre.
Fintech connect London:
woke up with Payment pontential
FinTech Connect 209 all’ExCeL di Londra: Roland Palmer, Direttore Europa Alipay, ha presentato le “Digital re-engineering solutions” di Alipay e le opportunità per il mercato europeo di intercettare i turisti cinesi in arrivo in Europa.
Come già citato in precedenza, nel 2020 ci saranno circa 160M di cinesi che viaggeranno all’estero e useranno proprio il loro portafoglio digitale per pagare.
La spesa prevista attraverso il loro digital wallet, Alipay, si aggira attorno 300 miliardi di dollari.
Mr. Palmer ha inoltre citato Mybank.cn e la formula 310 di Jack Ma!
Di che cosa si tratta?
Mybank è stata fondata il 25 giugno 2015 ed è tra le prime banche private in Cina a stabilire il suo sistema bancario interamente in-cloud senza filiali fisiche.
Il sistema si basa sulla formula 310 di Jack MA:
– 3 minuti da applicare
– 1 secondo da approvare
– 0 intervento umano!
Volete saperne di più?
Continuate a seguirci o scriveteci a bd@eggsist.com
Tutti pazzi per Alipay. Se si parla di commercio elettronico è impossibile ignorare questo sistema di pagamento nato nel 2004 a supporto dell’e-commerce del Gruppo Alibaba. Uno strumento diventato indispensabile se si vive in Cina, ma che sempre più sta uscendo dai confini nazionali per arrivare anche in Europa e svilupparsi nell’offline, aprendo le porte al mercato orientale.
Leggete l’intervista alla nostra managing partner, Alice Di Diego per Touch Point
EGGsist, fondata a Pechino nel 2007, è di fatto un’azienda di diritto cinese WFOE, cioè una società a totale partecipazione straniera fondata da azionisti italiani. È nata come software house con la missione di supportare tutte quelle aziende occidentali che erano presenti in Cina e avevano bisogno di un partner tecnologico per fare sviluppi sul mercato.
Il target di riferimento sono sempre state le aziende occidentali basate sia in Cina sia all’estero.
Nel 2015 il gruppo Ambrosiana Advisory, che già aveva altre partecipazioni in società di sviluppo software e digitale, ha acquisito le quote di maggioranza di EGGsist: l’obiettivo dell’acquisizione è stato quello di rafforzare le sinergie tra il mercato cinese e le imprese occidentali.
Dopo aver studiato, vissuto e lavorato in Cina dal 2003, ho deciso di occuparmi dell’azienda direttamente e di cercare di portare dei nostri servizi in Europa: negli ultimi 2 anni non solo abbiamo continuato a supportare le aziende occidentali in Cina, lavorando con aziende private, Camere di commercio e Ambasciate – per esempio l’Ambasciata Usa in Cina è nostro cliente storico per tutto quello che riguarda digitale, app, hosting -, ma di aprire una divisione in Italia, a Milano (sede della ns capogruppo), e una in Inghilterra, a Londra, per affiancare le aziende che vogliono attrarre i consumatori cinesi da questo lato del mondo. I settori nei quali operiamo sono Retail, Luxury, Travel e Hospitality,
Come è possibile ingaggiare un consumatore cinese che arriva in Italia?
È necessario applicare delle strategie di digital marketing. Nel nostro portfolio servizi abbiamo inserito anche consulenze di strategy e di operation sui principali canali digitali cinesi che sono totalmente differenti da quelli occidentali per tutta una serie di ragioni legate anche alle politiche del Governo cinese e al famoso China Great firewall.
Negli ultimi 10 anni sono nate in Cina delle piattaforme definite lifestyle app. A differenza degli standard occidentali, con una app cinese come Alipay gli utenti possono fare infinite azioni. Questi prodotti cinesi sono multifunzionali e danno la possibilità al consumatore di utilizzarle 24 ore su 24 e alle aziende di esporsi per intercettare i consumatori cinesi.
In che modo?
Un brand che non ha una presenza fisica in Cina o non ha attuato nella strategia digitale ad hoc, per questioni di budget o di difficoltà di approcciare quel mercato, ha la possibilità di posizionarsi su canali btc marketplace in Cina come Tmall del gruppo Alibaba e su piattaforme btb come alibaba.com.
Il “made in” è un driver discriminante per gli acquisti e il consumatore cinese è interessato al prodotto italiano: se vogliamo attirarlo nei punti vendita in Occidente possiamo pensare di creare delle strategie che tecnicamente chiamiamo O2O cioè online to offline. Tutto ha inizio sul digitale e si finalizza in un negozio fisico.
Quali sono le possibilità di mercato in Cina?
Secondo le principali ricerche di McKinsey entro il 2025 il 50% degli acquisti sarà appannaggio dei Millennials e di questo numero il 40% arriverà dalla Cina. Il digitale permette già di raggiungere questo target consumer alto-spendente. Nella logica del marketing di ROPO, “research online purchase offline” il prodotto per eccellenza è Alipay.
Quali sono le criticità che incontrate nel mercato occidentale?
La prima difficoltà è la sensibilizzazione delle aziende. Ci sono brand importanti che hanno scelto Alipay come sistema di pagamento ma non stanno attivando strategie di marketing. Se, però, non si investe in campagne rivolte agli utenti cinesi, questi ultimi fanno fatica a programmare il loro buyer’s journey dalla app al punto vendita. La possibilità di fare delle campagne mirate c’è, ci sono molte opzioni da applicare per i merchant italiani ed europei, in una logica è di geolocalizzazione per country e per città.
Quali sono i settori più interessanti per il consumatore cinese?
Lusso e moda, gioielleria, orologeria ma anche experience legate al viaggio, quindi destinazioni turistiche. Noi seguiamo una ventina di clienti, che hanno punti vendita nelle principali città italiane di riferimento per il turismo cinese cioè Milano, Roma, Firenze e Venezia e Parigi e Londra per l’estero. Le strategie vanno costruite a seconda del tipo di prodotto e di stagionalità di campagna.
Perché un merchant dovrebbe scegliere Alipay?
Alipay non è solo una piattaforma di pagamenti digitali, ma permette anche alle aziende di fare awareness del proprio brand, attraverso campagne marketing, coupon e scontistiche varie.
Tanti retailer e merchant occidentali hanno implementato questo sistema di pagamento perché è il preferito dei consumatori cinesi che hanno una serie di vantaggi economici nell’utilizzo del loro digital wallet a cominciare dal cambio valuta, migliorativo rispetto a quelli che si possono trovare ne gli uffici di cambio.
Un altro aspetto da sottolineare è che il mondo Alipay, a differenza di altre piattaforme autonome come Facebook, è gestito attraverso marketing partner certificati che sono autorizzati a gestire i contenuti del brand e anche gli analytics.
Ci sono poi nella APP ulteriori servizi finanziari che che possono essere attivati dalle aziende in chiave marketing e drive to store. Uno di questi è HUABEI, prediletto da Millennials e Gen Z cinesi, che segue la logica del “buy now pay later”: il negoziante riceve subito il denaro, il cliente compra subito il servizio o il prodotto e ripaga a rate Alipay.
I merchant occidentali, investendo in campagne di questo genere, possono aumentare il loro fatturato medio e ricevere una nuova fetta di consumatori.
Che tipo di comunicazione offrite agli operatori occidentali?
Un esempio di campagne marketing è proprio la creazione di una landing page che funge da vetrina online del brand, dove l’utente può attingere a informazioni riguardanti l’azienda, a cui deve fare seguito una campagna drive to store.
Creiamo content marketing ad hoc per il cliente/prodotto da promuovere e utilizziamo claim della letteratura cinese che rimandano all’italianità dei prodotti, o ad altri fattori distintivi del brand.
Anche la scelta della periodicità nella quale comunicare è importante: le principali festività cinesi come il Capodanno o eventi occidentali di grande richiamo come il Salone del Mobile.
China Visitor Summit insieme ad i2i group, una delle più grandi realtà travel marketing in Cina ha presentato il China Training Day. EGGsist ha presentato gli ultimi insight sui nuovi trend riguardanti il turismo cinese all’estero.
Durante il suo speech Alice Di Diego, EGGsist managing partner, ha esposto alcuni tra i nuovi trend del mercato cinese. Conoscete l’ ROPO (Research Online Purchase Online). sono la rivoluzione della customer journey dell’utente cinese.
App come Alipay già oggi offrono soluzioni O2O che permettono di attrarre i consumatori online e fare in modo che acquistino nei retail offline.
Per cavalcare l’onda del turismo outbound del Paese del Dragone è necessario decodificare il turista cinese.
Come?
Scoprendo la generazione di appartenenza del tuo target audience, per poter poi dedurre di lì da quale social o piattaforma attinge informazioni e/o acquista online.
Partiamo dal primo punto: le 4 generazioni del consumatore cinese.
Boomers: 54-72 anni (1946-1964)
Generazione X: 38-53 anni (1965-1980)
Generazione Y: 22-37 anni (1981-1996)
Generazione Z: 8-21 anni (1997-2010)
Prima di parlare delle piattaforme o social dalle quali il nostro turista cinese attinge informazioni, è importante notare che, qualunque sia la sua generazione di appartenenza esiste un unico comune denominatore tra le 4 generazioni, che potremo esplicitare con questa frase:
“Se non ho la foto, in realtà non ci sono stato!”
Il turista cinese, a prescindere dalla sua età e dal suo rango sociale, è sempre più social e il suo digital behaviour lo porta a postare e condividere la propria esperienza online, altrimenti non sarà reale, perché non può provarla!
Il concetto di social sharing è sempre più forte in Cina, e anche le generazioni dei Boomer si stanno lasciando condizionare da questa nuova tendenza, anzi sono i primi che vogliono rafforzare il proprio “status sociale” mostrando ai propri amici dove sono, o dove stanno facendo shopping o in che ristorante di lusso stanno cenando.
Difatti, la Silver Generation è nel mirino di molti brand poiché appartiene alla fascia alto-spendente del consumatore cinese.
Prima di seguire con l’analisi, importante tenere a mente che i Boomer sono i genitori della Gen Y e coloro che appartengono alla Gen X, sono i genitori della Gen Z.
Suddividere i turisti cinesi in base alle sua generazione di apparenza è fondamentale poiché permetterà di comprendere molti comportamenti digitali che altrimenti non sarebbero spiegati.
Inoltre, vi sono anche avvenimenti storico-politici che hanno influenzato il loro digital behaviour.
Le 4 Generazioni Cinesi
Per darvi un esempio, i turisti appartenenti alla Generazione dei Boomer hanno vissuto nel periodo Maoista e del Grande Balzo in Avanti quindi sono reduci da un periodo di “sonnolenza” del Grande Dragone prima della “Rivoluzione culturale”.
La Gen X, infatti, influenzata dal periodo Denghista e dalla rivoluzione culturale, è stata protagonista del primo viaggio outbound cinese inteso come “leisure“. Prima di allora, i viaggi oltre confine erano limitati soli a piccoli diplomatici, atleti e delegazioni ufficiali.
Dopo il 1989, con il movimento di Tiananmen, inizia il periodo d’oro per il turismo outbound cinese. Coloro che appartengono a questa generazione, sono stati protagonisti del viaggio inteso come momento in cui poter visitare i propri amici e parenti; nacque così il cosiddetto permesso di VFR (Visiting Friends and Relatives).
Gli appartenenti della Generazione Y, di strascico a quanto accaduto negli anni prima, si sono trovati nel mezzo di riforme e strategie politiche volte a rendere il turismo come leva del soft power cinese.
Tra alcuni avvenimenti, si può citare il sistema di Approved Destination Status (ADS), ossia il regolamento per la gestione del movimento outbound de turisti cinesi. Dal 1997 in poi, sono stati sempre più i Paesi ad aderire al ADS, tra questi nel 2007 anche l’Italia.
Gli ultimi, quelli appartenenti alla Gen Z, invece, sono stati i protagonisti della prima ondata del turismo outbound cinese, ma anche dell’inizio delle politiche di censura dei mezzi di comunicazione occidentali: il Great Firewall!
Pian piano, negli anni si sono sviluppate sempre più App e OTP (Online Travel Platform) cinesi utilizzate dai consumatori per sviare al “problema” della censura e permettere ai cittadini cinesi di restare connessi al web ed effettuare acquisti online su altre piattaforme.
In questo articolo non parleremo ancora di quali sono le piattaforme e i social utilizzati dai nostri consumatori cinesi, ma vi sveleremo questo e molto altro ancora nella prossima conferenza dove saremo ospiti e speaker il 12 novembre a Milano presso il China Visitor Summit Europe- Fall Edition 2019 .
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